venerdì 14 giugno 2013

Lo squallore nascosto ai bordi delle strade

Spesso  mi chiedo, ma se ci fosse un sistema di vuoto a rendere sia per le bottiglie di vetro che per quelle di plastica, con un piccolo rimborso come avviene in Danimarca, quanto sarebbero più pulite le fosse extraurbane lungo le strade maggiormente trafficate!

Il valore del vetro recuperato è indubbio da sempre, ma anche quello del pregiatissimo PET di cui sono fatte le innumerevoli bottiglie di plastica non è da meno. Da noi la Revet recupera persino la plastica eterogenea, cioè quella che fino a poco tempo fà non poteva che andare all'incenerimento o in discarica. Ora ci fanno le parti di plastica dei ciclomotori Piaggio e non solo! E' una vera eccellenza ignorata quasi da tutti!

Tutta la plastica che vedo nei fossi quando corro in bici non fa altro che ostacolare il normale deflusso delle acque piovane e a lungo andare attraverso i fiumi arriva al mare e poi si spezzetta e quando non li soffoca finisce negli stomaci di uccelli, pesci, tartarughe .... insomma nella catena alimentare e poi nei nostri piatti!
Poi c'è la plastichina delle buste dell'ortofrutta, che potrebbero essere sostituite da apposite retine riutilizzabili come proposto e sperimentato dall'associazione Porta la Sporta, invece di vederle sparse dal vento insieme ai guantini usa e getta, nei parcheggi e fosse intorno a tutti i supermercati.

Non bisogna dimenticare nemmeno le cicche delle sigarette con la velina di plastica che avvolge il pacchetto con la stagnola interna. Le devo togliere dalle foglie che il vento porta dalla strada prima di metterle nella compostriera. Per inciso tolgo anche gli inutili bollini appiccicati sulla buccia della frutta per non ritrovarmeli tali e quali nel compost! 
 
Ci sono isole di rifiuti galleggianti nel mediterraneo e enormemente più grandi negli oceani, che le correnti raggruppano in determinati luoghi ben precisi.

Ma non occorre andare lontano, basta vedere d'inverno le rive dell'Arno; lì si vede ancora in circolazione  la enorme quantità di shoppers non biodegrabili appesa ai rami di cespugli e alberi, figuriamoci cosa scorre sotto il pelo dell'acqua! Basta vedere cosa c'è sulle spiagge.
Guardando quello squallore si capisce bene il danno che può fare la microplastica nel tempo.

Se ci fosse un circuito di vuoto a rendere anche minimamente rimborsato, almeno le bottiglie di vetro e plastica sparirebbero d'un colpo dalle fosse senza più arrecare nessun danno nell'indifferenza quotidiana e generale. 

Giacomo Brogi

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