domenica 25 aprile 2021

Dagli anni "60

 Nel 1960 il mio nonno Gino, uno dei falegnami più bravi di Ponsacco, come molti in quegli anni, mise su la sua fabbrica di mobili per produrre camere da letto. Pietre su mattoni, pietre su mattoni, con l'aiuto della merceria della mia nonna Emilia, fecero anche l'appartamento per trasferirsi dal paese alla campagna, come dice sempre la mia mamma! La botteghina di nonna chiuse nel 1995.

Dai primi anni '70 i miei genitori Mauro e Lucia, trasformarono la fabbrica in mostra di mobili, la passione del mio babbo con la sua cera per mobili a base di cera d'api, che poi chiuse nel 2000.

Nei primi anni settanta è arrivato l'acquedotto, prima c'era il pozzo artesiano.

Negli anni '80 è arrivato il metano, prima c'era un'enorme caldaia a gasolio, che negli anni '60 e '70, serviva a riscaldare sia la fabbrica di mobili che poi anche l'abitazione. Quella caldaia, corredata da un altrettanto enorme cisterna fuori terra, era molto potente per riscaldare solo la casa. Ero troppo piccolo e non capivo, ma sentivo dire che seccava troppo l'aria! Quando arrivò il metano tutti dicevano che dava una mano, ripetendo uno slogan pubblicitario di quel periodo. Non lo so, forse rispetto al gasolio c'era un certo risparmio economico, ma dal punto di vista ambientale non c'era paragone, il metano era ed è la combustione fossile più pulita. Negli anni '80 la caldaia a metano fu subito affiancata da una caldaia a legna per bruciare gli scarti della falegnameria e consumare meno gas. Il fatto era che le costruzioni degli anni '60 non tenevano in nessuna considerazione la prestazione energetica. Negli anni' 70 ancora peggio, perché la struttura portante in cemento armato, spesso pure a vista, aveva diminuito lo spessore dei muri perimetrali. Con una felice espressione coniata da Beppe Grillo, si trattava in entrambi i casi di colabrodo energetici! L'immagine rende bene l'idea di un contenitore bucato in cui per riempirlo si butta sempre più acqua, invece di tappare i buchi. La casa negli anni '80, abitata dalla mia famiglia e dai nonni materni, divento' più grande, anche per fare spazio a me e mio fratello ormai grandicelli, ed esigeva tanta energia, ma nonostante tutta quell'energia fatta da metano e legna della falegnameria, e poi solo di metano, non era sufficiente a garantire comfort nonostante bollette sempre più salate. Il metano dava una mano a chi il metano lo vendeva, ancora di più grazie alla bassa efficienza energetica. Nella foto si possono vedere chiaramente gli effetti degli efficientamenti fatti negli anni successivi, semplicemente guardando l'altezza del comignolo. Negli anni '60 svettava fino all'altezza dello spartiacque del tetto, prima come scarico della enorme caldaia a gasolio, poi della caldaia a legna combinata con la caldaia a metano. Caduto in disuso, perché la caldaia ormai poteva stare tranquillamente in casa col suo piccolo tubo di scarico, nel 2008 fu abbassato perché non doveva fare ombra agli impianti solari già installati da tempo e funzionanti. Come sono cambiati i tempi!

Giacomo Brogi



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