lunedì 30 ottobre 2017

La plastica dispersa nell'ambiente

Da qualche mese le autorità comunitarie hanno preso in seria considerazione il problema delle microplastiche o meglio della dispersione nell'ambiente delle materie plastiche che tutti usiamo quotidianamente.
Sono oramai famose le isole o immensi agglomerati di plastiche, compattate dalle correnti oceaniche, simili ad una sostanza gelatinosa galleggiante. Una di queste si trova anche nel Mare Nostrum, proprio fra Toscana, Corsica e Liguria. E' già accertato che tale microplastica è entrata a far parte della catena alimentare marina.
Non è ben chiaro a quali conseguenze possa portare questa presenza, salvo la certezza che, scambiando la plastica per meduse o piccoli pesci, questa finisce per soffocare tartarughe, uccelli e pesci grossi che la ingeriscono.

Per questo è diventato urgente l'avvio di studi su questi fenomeni. Ci sono anche progetti di pulizia con attrezzature navali appositamente progettate. In sostanza il problema non è solo la plastica, le cui molecole potrebbero essere inerti, quanto le sostanze tossiche che contiene, sia come coloranti che come componenti per dare la forma . Per cui è quasi certo che molte sostanze che la plastica  porta in sé siano dannose per l'ambiente e per noi, sia durante l'uso che dopo, quando vengono disperse.

Basta fare un giro in bici dopo il taglio dell'erba fatto dai vari comuni lungo le strade, che si scopre una discarica lungo i cigli. Se si va a guardare meglio, la situazione è ulteriormente peggiore di quanto appare, poiché questi rifiuti, bottiglie e vario materiale solido, arrivano ad intasare le tubazioni di scarico dei fossi, cosa che puo’ provocare allagamenti, senza contare che tutto questo materiale raggiunge i corsi d’acqua e quindi il mare.

La bruttura è notevole e non si capisce il motivo per cui la pulizia da parte degli addetti alle strade arrivi solo nelle zone urbanizzate, mentre nel resto del territorio si consente l'accumulo dei rifiuti, con tutte le conseguenze che abbiamo appena visto.

La tecnica del taglio dell’erba, consistente nella triturazione della stessa e di tutto quello che si trova lungo i cigli, agevola l’immissione delle particelle della plastica nell’ambiente e quindi nel nostro piatto, grazie al comportamento irresponsabile delle persone che gettano qualsiasi rifiuto dal finestrino dell’auto in corsa, sprezzanti dell’ambiente e della salute altrui e propria. E pensare che tutta quella plastica, se riciclata, puo’ avere un valore e può tornare materiale riutilizzabile.

In particolare a Ponsacco, il recupero della plastica contribuisce a tenere stabile la Tari, che si trova ad essere il secondo comune della Toscana ad avere la minore produzione di rifiuti pro capite.


E’ necessario recuperare e riciclare la plastica, impedendo la dispersione nell'ambiente di molecole estranee ad ogni tipo di ciclo naturale, con danni inestimabili che si protraggono per secoli.
Giacomo Brogi

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