Da qualche mese le
autorità comunitarie hanno preso in seria considerazione il problema delle
microplastiche o meglio della dispersione nell'ambiente delle materie plastiche
che tutti usiamo quotidianamente.
Sono oramai famose le isole o immensi agglomerati
di plastiche, compattate dalle correnti oceaniche, simili ad una sostanza
gelatinosa galleggiante. Una di queste si trova anche nel Mare Nostrum, proprio
fra Toscana, Corsica e Liguria. E' già accertato che tale microplastica è
entrata a far parte della catena alimentare marina.
Non è ben chiaro a quali conseguenze possa
portare questa presenza, salvo la certezza che, scambiando la plastica per meduse
o piccoli pesci, questa finisce per soffocare tartarughe, uccelli e pesci
grossi che la ingeriscono.
Per questo è diventato urgente l'avvio
di studi su questi fenomeni. Ci sono anche progetti di pulizia con attrezzature
navali appositamente progettate. In sostanza il problema non è solo la plastica,
le cui molecole potrebbero essere inerti, quanto le sostanze tossiche che
contiene, sia come coloranti che come componenti per dare la forma . Per cui è
quasi certo che molte sostanze che la plastica
porta in sé siano dannose per l'ambiente e per noi, sia durante l'uso
che dopo, quando vengono disperse.
Basta fare un giro in bici dopo il
taglio dell'erba fatto dai vari comuni lungo le strade, che si scopre una
discarica lungo i cigli. Se si va a guardare meglio, la situazione è ulteriormente
peggiore di quanto appare, poiché questi rifiuti, bottiglie e vario materiale
solido, arrivano ad intasare le tubazioni di scarico dei fossi, cosa che puo’
provocare allagamenti, senza contare che tutto questo materiale raggiunge i
corsi d’acqua e quindi il mare.
La bruttura è notevole e non si capisce il
motivo per cui la pulizia da parte degli addetti alle strade arrivi solo nelle
zone urbanizzate, mentre nel resto del territorio si consente l'accumulo dei
rifiuti, con tutte le conseguenze che abbiamo appena visto.
La tecnica del taglio dell’erba,
consistente nella triturazione della stessa e di tutto quello che si trova
lungo i cigli, agevola l’immissione delle particelle della plastica nell’ambiente
e quindi nel nostro piatto, grazie al comportamento irresponsabile delle
persone che gettano qualsiasi rifiuto dal finestrino dell’auto in corsa,
sprezzanti dell’ambiente e della salute altrui e propria. E pensare che tutta
quella plastica, se riciclata, puo’ avere un valore e può tornare materiale
riutilizzabile.
In particolare a Ponsacco, il recupero
della plastica contribuisce a tenere stabile la Tari, che si trova ad essere il
secondo comune della Toscana ad avere la minore produzione di rifiuti pro
capite.
E’ necessario recuperare e riciclare la plastica, impedendo
la dispersione nell'ambiente di molecole estranee ad ogni tipo di ciclo
naturale, con danni inestimabili che si protraggono per
secoli.
Giacomo Brogi
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